Bagan – Giorno 3
Mercato di Nyaung U ♥ Pagoda Shew zi gone ♥ Gubyaukgyi ♥ Htilominio ♥ Thatbyinyu ♥ Ananda Phaya ♥ Pagoda Shwe San Daw ♥ Gawdapalin
Abbiamo preso il volo delle 8:00 da Yangon per Bagan (sveglia alle 5:30 del mattino, peggio di quando vado al lavoro), arrivati al minuscolo aeroporto di Nyaung U alle 9:20 dove ci aspettava la nostra guida – Win.
All’arrivo è necessario comprare subito l’ingresso per il sito archeologico di Bagan. Costa Ks 25’000 (17€) ma è l’unica cosa che pagherete. E’ valido per 5 giorni e va mostrato quando viene richiesto. Ce lo hanno chiesto al Ananda temple e alla Shwesandon Pagoda, negli altri templi no. Comunque voglio credere che i soldi che ho pagato serviranno per la manutenzione di questo posto spettacolare (e ne hanno veramente bisogno) e sono contenta di contribuire.
Solo una nota su come muoversi a Bagan. Devo dire che qui l’auto con l’aria condizionata ha fatto la differenza, se non siete amanti dal caldo (e budget permettendo) è molto conveniente. Anche se una delle guide ci ha detto che dal 2018, per questioni di conservazione/manutenzione del sito archeologico non sarà più permessa la circolazione di auto.
Altrimenti le alternative sono: a piedi (impossibile!), la E-Bike, la bicicletta o il calesse.
Le E-bike le abbiamo viste a Ks 8000/giorno (5,50€), in hotel è un po’ più caro, le biciclette immagino costino un po’ meno (ma lo sforzo sarà sicuramente maggiore). Verificate bene prima di prenderle che siano a posto, non penso sia divertente trovarsi con una ruota bucata in mezzo al nulla. E ricordatevi che gli accessi ai templi non sono asfaltati, sono tipo outback, quindi non è proprio una passeggiata nel parco, forse un po’ di allenamento prima non guasterebbe.
Il calesse, per un spostamento corto ok, ma tutta una giornata a cavallo non fa per me, è troppo scomodo.
Al nostro arrivo il tempo era un po’ coperto, e come avevamo già capito a Yangon, è una benedizione. Dall’aeroporto alla città di Nyaung U sono 10 minuti. Li abbiamo fatto il nostro primo stop al mercato locale, il Mercato di Nyaung U. E’ un tipico mercato di villaggio, molto rustico ed autentico, pieno di colori, frutti strani e molto più organizzato dei mercati di Yangon. Anche meno turistico (per lo meno in questo periodo dell’anno).


Fatto subito l’acquisto di un vasetto di thanakha. E cosa è questa thanakha? E’ una pasta giallastra ottenuta dalla frizione della corteccia dell’albero con lo stesso nome su una pietra bagnata con l’acqua. Promette pelle liscia, protezione solare, eliminazione di brufoli e sostituto di make-up. E ha pure un buon profumo (simile al legno di sandalo). Fa di più di tutti i cosmetici che ho al prezzo di 2€, come potevo resistere a comprarla? Ed è come il longyi, un fantastico ice-breaker.


Dopo la visita al mercato, ancora in Nyaung U, visitiamo la Shwe zi gone Pagoda anche conosciuta come Golden Pagoda, costruita nel secolo XI e dove c’è anche una reliquia del Buddha. La leggenda racconta che il Re non sapendo dove costruirla fece partire un elefante bianco (considerato sacro dai buddisti) e nel punto in cui si fermo’ fece costruire la pagoda. E’ molto golden in effetti.

Proseguiamo verso il sito archeologico di Old Bagan. Win ci racconta che che ci sono 3122 pagode (o come dice lui, “the magic number three one two two”) sparse in un area di 42 km². Nel 1975 c’è stato un grande terremoto che ha danneggiato tante stupe. E’ stato fatto qualche lavoro di restauro ma a un certo punto i generali che governavano il paese avevano altre priorità. Purtroppo l’anno scorso (il 25 Agosto 2016) ne hanno avuto un’altro di magnitudo 6,8 che ha di nuovo colpito diversi templi. Infatti si vedono tantissimi templi coperti da impalcature anche esse un’opera d’arte, fatte esclusivamente in bamboo.
Mentre l’auto si addentra in Old Bagan sai di essere entrato in un posto speciale. Ovunque il tuo sguardo arrivi vedi queste campane che spuntano maestose in mezzo a un terreno deserto e di colore ocra. Ce ne sono di tutte le misure, maggiormente di mattoni rossi ma anche bianche e dorate.

Sono state erette dai re ma anche dalle famiglie che abitavano li. Per I buddisti la costruzione di una pagoda è un modo per guadagnare meriti. La maggior parte dei templi sono stati costruiti tra il secolo IX ed XIII quando Bagan era la capitale del regno. Ormai dentro le mure non ci abita praticamente nessuno, la popolazione è stata (non volontariamente !) spostata a New Bagan nel 1990. Il che è un po’ un contro senso perché alcuni hotel sono rimasti, voi che dite…centreranno i soldi?
Rimarremo 2 giorni pieni a Bagan, ma servirebbero settimane per vederli tutti, non che sia il mio obbiettivo. Noi ci siamo lasciati guidare dalla guida, per chi decida di farlo da solo secondo me è importante decidere prima che pagode vedere e fare un minimo di itinerario per risparmiare tempo ma principalmente energie, non credo sia divertente, con il caldo che fa andare avanti e indietro senza direzione.

È impossibile ricordarsi (almeno per me) tutti i nomi dei templi e dopo qualche giorno associare i racconti ai templi corretti, ma non mi sono preoccupata di questo. Alla fine quello che conta è il momento e le memorie collezionate, lascio che parlino le immagini.
Gubyaukgyi (Wet-Kyi-Inn)



Win ci porta in una pagoda, in mezzo al niente, che per me è rimasta pagoda senza nome, dove possiamo salire per fare qualche foto indisturbati. Non ci sono tante pagode dove ci si può arrampicare perché, da un lato è pericoloso in quanto non si sa quanto danneggiate siano, dall’altro il fatto che tante persone si arrampichino le danneggia ulteriormente.
Comunque non serve andare tanto in alto, la vista è fantastica anche dalle pagode più piccole.




Htilominlo Guphaya



Pausa per pranzo al ristorante Golden Myanmar. E’ frequentato tanto da stranieri (le guida di solito si fermano lì) ma anche da locali. Si mangia bene, scegli il piatto principale e i contorni, riso e la solita zuppetta arrivano in omaggio. Abbiamo speso Ks 10’400 (7€).

Erano le 13:00 e faceva davvero caldo e quindi abbiamo deciso di fare una pausa e approfittare della piscina dell’hotel per recuperare le forze fino alle 15:30. Un viaggio non deve essere una sofferenza e una corsa contro il tempo per vedere tutto, mi concedo anche dei momenti di dolce fare niente e sono meravigliosi.
Riprendiamo verso le 15:30 e l’itinerario include Thatbyinyu, Ananda Phaya, Shwe San Daw e Gawdapalin. Tutte pagoda bianche tranne Shwe San Dawn.
Thatbyinyu è dentro le mura di Old Bagan ed è la pagoda più alta di Bagan.

Ananda Phaya, è il tempio meglio tenuti di Bagan (qui c’è un controllo biglietto). Si distingue degli altri perchè le sue pareti esterne sono state pulite e sembra nuovo. E’ davvero bello. Al suo interno ci sono delle statue di Buddha in piedi di 11 metri di altezza. Lungo le sue pareti si trovano delle nicchie con statuette che raccontano la storia di Buddha, come la 23 che racconta della madre che sogna l’elefante bianco. Senza qualcuno che racconti queste storie tutti i templi diventano un po’ anonimi.



Come veri turisti, tramonto sulla Shwe San Daw Pagoda. E’ dove vengono tutti quindi vedrete bus che arrivano pieni di turisti e anche qui controllano il biglietto. Pieno di gente e di venditori ambulanti, l’arrampicata è agevolata dai corrimani, si vede che è stata ‘arredata’ per il turismo. E’ poco spirituale ma merita per la vista che è molto bella (peccato solo per il parcheggio degli autobus che ti rovinano un po’ le foto). Ci sono 5 piani, quando siamo stati il quinto era in ristrutturazione comunque tra il terzo e il quarto non c’è grande differenza per la vista, il quarto è solo più affollato.


Il tramonto è stato un flop, era un po’ nuvoloso e quindi a metà discesa il sole è stato coperto delle nuvole e bye bye tramonto. Siccome volevamo comunque capire se era così magico visto da quel punto, siamo tornati il giorno dopo che c’era un sole splendente…insomma ne ho visti di più belli e magici.


Shwe San Daw merita per le foto, indipendentemente dal tramonto, per quello se trovate un posto più tranquillo (anche se più basso o nella riva del Ayeyarwady, per esempio, il bar del nostro hotel) forse lo godrete di più.

Per terminare la giornata abbiamo visitato un’ altra pagoda bianca, Gawdapalin, molto suggestiva di notte tutta illuminata.

Rientrati in hotel ci hanno offerto la cena e siccome eravamo stanchi ed io anche un po’ febbricitante ne abbiamo approfittato. Non lo consiglierei, non ho mangiato così bene e, in confronto con i ristoranti fuori, è caro. Non è una buona relazione qualità-prezzo.
Quella notte c’era un po’ di temporale e quindi neanche la vista del fiume abbiamo potuto godere durante la cena perché hanno spostato tutto dentro.
A domani, secondo giorno a Bagan, e sogni d’oro!
[:en]Mercato di Nyaung U ♥ Pagoda Shew zi gone ♥ Gubyaukgyi ♥ Htilominio ♥ Thatbyinyu ♥ Ananda Phaya ♥ Pagoda Shwe San Daw ♥ Gawdapalin
Abbiamo preso il volo delle 8:00 da Yangon per Bagan (sveglia alle 5:30 del mattino, peggio di quando vado al lavoro), arrivati al minuscolo aeroporto di Nyaung U alle 9:20 dove ci aspettava la nostra guida – Win.
All’arrivo è necessario comprare subito l’ingresso per il sito archeologico di Bagan. Costa Ks 25’000 (17€) ma è l’unica cosa che pagherete. E’ valido per 5 giorni e va mostrato quando viene richiesto. Ce lo hanno chiesto al Ananda temple e alla Shwesandon Pagoda, negli altri templi no. Comunque voglio credere che i soldi che ho pagato serviranno per la manutenzione di questo posto spettacolare (e ne hanno veramente bisogno) e sono contenta di contribuire.
Solo una nota su come muoversi a Bagan. Devo dire che qui l’auto con l’aria condizionata ha fatto la differenza, se non siete amanti dal caldo (e budget permettendo) è molto conveniente. Anche se una delle guide ci ha detto che dal 2018, per questioni di conservazione/manutenzione del sito archeologico non sarà più permessa la circolazione di auto.
Altrimenti le alternative sono: a piedi (impossibile!), la E-Bike, la bicicletta o il calesse.
Le E-bike le abbiamo viste a Ks 8000/giorno (5,50€), in hotel è un po’ più caro, le biciclette immagino costino un po’ meno (ma lo sforzo sarà sicuramente maggiore). Verificate bene prima di prenderle che siano a posto, non penso sia divertente trovarsi con una ruota bucata in mezzo al nulla. E ricordatevi che gli accessi ai templi non sono asfaltati, sono tipo outback, quindi non è proprio una passeggiata nel parco, forse un po’ di allenamento prima non guasterebbe.
Il calesse, per un spostamento corto ok, ma tutta una giornata a cavallo non fa per me, è troppo scomodo.
Al nostro arrivo il tempo era un po’ coperto, e come avevamo già capito a Yangon, è una benedizione. Dall’aeroporto alla città di Nyaung U sono 10 minuti. Li abbiamo fatto il nostro primo stop al mercato locale, il Mercato di Nyaung U. E’ un tipico mercato di villaggio, molto rustico ed autentico, pieno di colori, frutti strani e molto più organizzato dei mercati di Yangon. Anche meno turistico (per lo meno in questo periodo dell’anno).


Fatto subito l’acquisto di un vasetto di thanakha. E cosa è questa thanakha? E’ una pasta giallastra ottenuta dalla frizione della corteccia dell’albero con lo stesso nome su una pietra bagnata con l’acqua. Promette pelle liscia, protezione solare, eliminazione di brufoli e sostituto di make-up. E ha pure un buon profumo (simile al legno di sandalo). Fa di più di tutti i cosmetici che ho al prezzo di 2€, come potevo resistere a comprarla? Ed è come il longyi, un fantastico ice-breaker.


Dopo la visita al mercato, ancora in Nyaung U, visitiamo la Shwe zi gone Pagoda anche conosciuta come Golden Pagoda, costruita nel secolo XI e dove c’è anche una reliquia del Buddha. La leggenda racconta che il Re non sapendo dove costruirla fece partire un elefante bianco (considerato sacro dai buddisti) e nel punto in cui si fermo’ fece costruire la pagoda. E’ molto golden in effetti.

Proseguiamo verso il sito archeologico di Old Bagan. Win ci racconta che che ci sono 3122 pagode (o come dice lui, “the magic number three one two two”) sparse in un area di 42 km². Nel 1975 c’è stato un grande terremoto che ha danneggiato tante stupe. E’ stato fatto qualche lavoro di restauro ma a un certo punto i generali che governavano il paese avevano altre priorità. Purtroppo l’anno scorso (il 25 Agosto 2016) ne hanno avuto un’altro di magnitudo 6,8 che ha di nuovo colpito diversi templi. Infatti si vedono tantissimi templi coperti da impalcature anche esse un’opera d’arte, fatte esclusivamente in bamboo.
Mentre l’auto si addentra in Old Bagan sai di essere entrato in un posto speciale. Ovunque il tuo sguardo arrivi vedi queste campane che spuntano maestose in mezzo a un terreno deserto e di colore ocra. Ce ne sono di tutte le misure, maggiormente di mattoni rossi ma anche bianche e dorate.

Sono state erette dai re ma anche dalle famiglie che abitavano li (ormai dentro le mure non ci abita praticamente nessuno, la popolazione è stata (non volontariamente !) spostata a New Bagan nel 1990. Il che è un po’ un contro senso perché alcuni hotel sono rimasti, voi che dite…centreranno i soldi?. Per I buddisti la costruzione di una pagoda è un modo per guadagnare meriti. La maggior parte dei templi sono stati costruiti tra il secolo IX ed XIII quando Bagan era la capitale del regno.
Rimarremo 2 giorni pieni a Bagan, ma servirebbero settimane per vederli tutti, non che sia il mio obbiettivo. Noi ci siamo lasciati guidare dalla guida, per chi decida di farlo da solo secondo me è importante decidere prima che pagode vedere e fare un minimo di itinerario per risparmiare tempo ma principalmente energie, non credo sia divertente, con il caldo che fa andare avanti e indietro senza direzione.

È impossibile ricordarsi (almeno per me) tutti i nomi dei templi e dopo qualche giorno associare i racconti ai templi corretti, ma non mi sono preoccupata di questo. Alla fine quello che conta è il momento e le memorie collezionate, lascio che parlino le immagini.
Gubyaukgyi (Wet-Kyi-Inn)



Win ci porta in una pagoda, in mezzo al niente, che per me è rimasta pagoda senza nome, dove possiamo salire per fare qualche foto indisturbati. Non ci sono tante pagode dove ci si può arrampicare perché, da un lato è pericoloso in quanto non si sa quanto danneggiate siano, dall’altro il fatto che tante persone si arrampichino le danneggia ulteriormente.
Comunque non serve andare tanto in alto, la vista è fantastica anche dalle pagode più piccole.




Htilominlo Guphaya



Pausa per pranzo al ristorante Golden Myanmar. E’ frequentato tanto da stranieri (le guida di solito si fermano lì) ma anche da locali. Si mangia bene, scegli il piatto principale e i contorni, riso e la solita zuppetta arrivano in omaggio. Abbiamo speso Ks 10’400 (7€).

Erano le 13:00 e faceva davvero caldo e quindi abbiamo deciso di fare una pausa e approfittare della piscina dell’hotel per recuperare le forze fino alle 15:30. Un viaggio non deve essere una sofferenza e una corsa contro il tempo per vedere tutto, mi concedo anche dei momenti di dolce fare niente e sono meravigliosi.
Riprendiamo verso le 15:30 e l’itinerario include Thatbyinyu, Ananda Phaya, Shwe San Daw e Gawdapalin. Tutte pagoda bianche tranne Shwe San Dawn.
Thatbyinyu è dentro le mura di Old Bagan ed è la pagoda più alta di Bagan.

Ananda Phaya, è il tempio meglio tenuti di Bagan (qui c’è un controllo biglietto). Si distingue degli altri perchè le sue pareti esterne sono state pulite e sembra nuovo. E’ davvero bello. Al suo interno ci sono delle statue di Buddha in piedi di 11 metri di altezza. Lungo le sue pareti si trovano delle nicchie con statuette che raccontano la storia di Buddha, come la 23 che racconta della madre che sogna l’elefante bianco. Senza qualcuno che racconti queste storie tutti i templi diventano un po’ anonimi.



Come veri turisti, tramonto sulla Shwe San Daw Pagoda. E’ dove vengono tutti quindi vedrete bus che arrivano pieni di turisti e anche qui controllano il biglietto. Pieno di gente e di venditori ambulanti, l’arrampicata è agevolata dai corrimani, si vede che è stata ‘arredata’ per il turismo. E’ poco spirituale ma merita per la vista che è molto bella (peccato solo per il parcheggio degli autobus che ti rovinano un po’ le foto). Ci sono 5 piani, quando siamo stati il quinto era in ristrutturazione comunque tra il terzo e il quarto non c’è grande differenza per la vista, il quarto è solo più affollato.


Il tramonto è stato un flop, era un po’ nuvoloso e quindi a metà discesa il sole è stato coperto delle nuvole e bye bye tramonto. Siccome volevamo comunque capire se era così magico visto da quel punto, siamo tornati il giorno dopo che c’era un sole splendente…insomma ne ho visti di più belli e magici.


Shwe San Daw merita per le foto, indipendentemente dal tramonto, per quello se trovate un posto più tranquillo (anche se più basso o nella riva del Ayeyarwady, per esempio, il bar del nostro hotel) forse lo godrete di più.

Per terminare la giornata abbiamo visitato un’ altra pagoda bianca, Gawdapalin, molto suggestiva di notte tutta illuminata.

Rientrati in hotel ci hanno offerto la cena e siccome eravamo stanchi ed io anche un po’ febbricitante ne abbiamo approfittato. Non lo consiglierei, non ho mangiato così bene e, in confronto con i ristoranti fuori, è caro. Non è una buona relazione qualità-prezzo.
Quella notte c’era un po’ di temporale e quindi neanche la vista del fiume abbiamo potuto godere durante la cena perché hanno spostato tutto dentro.
A domani, secondo giorno a Bagan, e sogni d’oro!
[:pt]Mercato di Nyaung U ♥ Pagoda Shew zi gone ♥ Gubyaukgyi ♥ Htilominio ♥ Thatbyinyu ♥ Ananda Phaya ♥ Pagoda Shwe San Daw ♥ Gawdapalin
Apanhámos o vôo das 08:00 de Yangon para Bagan e chegámos ao minúsculo aeroporto de Nyaung U às 9:20 onde nos esperava o nosso guia – Win.
Todos os turistas à chegada devem comprar a entrada para o sítio arqueológico de Bagan. Custa Ks 25.000 (17 €), mas é a unica entrada que se paga. É válida por 5 dias e é mostrada quando solicitado. A nós pediram-nos no templo Ananda e na pagoda Shwesandon , nos outros templos que visitámos ninguém controlou, mas por segurança é melhor levar o sempre o bilhete para aas visitas. Eu quero acreditar que o dinheiro que paguei será utilizado para a manutenção deste lugar espetacular (e que realmente precisa tanto) e sou feliz de contribuir.
Apenas uma nota sobre como mover-se em Bagan. Devo dizer que aqui ter um carro com ar condicionado fez a diferença. A menos que vocês não amem humidade e calor infernal, se o orçamento permitir é um must. Embora um dos guias nos tenha dito que a partir de 2018 por uma questão de preservação / conservação do sítio arqueológico não será permitida a circulação de carros.
As alternativas ao carro são: a pé (impossível!), E-Bike, bicicleta ou carruagem puxada por cavalos.
A E-bike vimos que custam cerca de 8000 Ks/ dia (5,50 €), no hotel é um bocado mais caro. As bicicletas tradicionais custam um bocado menos mas o esforço é muito maior. Verifiquem bem que esteja em perfeitas condições antes de se meterem a caminho, não penso seja muito divertido um pneu furado no meio do nada. E lembrem-se que o acesso aos templos não é asfaltado, é mais tipo outback, por isso não é exatamente um passeio no parque, talvez um pouco de treino antes não faria mal.
A carroça para distâncias curtas ok mas um dia inteiro não é para mim, é muito incómodo, depois de 1 hora não há coluna que aguente.
Quando chegámos, estava um bocado nublado, mas como já tínhamos percebido em Yangon, aquelas nuvens eram uma benção. Do aeroporto para a cidade de Nyaung U são 10 minutos. Fizemos a nossa primeira etapa no mercado local, o mercado de Nyaung U. É um típico mercado de aldeia, muito rústico e autêntico, cheio de cores, frutas estranhas e muito mais organizado que os mercados de Yangon. E também menos turístico (pelo menos nesta época do ano).


Compro imediatamente um frasco thanakha. E que coisa é esta thanakha? É uma pasta amarelada obtida pelo fricção da casca da árvore com o mesmo nome numa pedra molhada com água. Promete pele lisa, proteção solar, a eliminação de borbulhas e ainda serve como substituto de make-up. E cheira bem (semelhante ao sândalo). Faz mais que todos os cosméticos que eu tenho, ao preço de 2 €, como era possível resistir? E é como longyi, um óptimo “quebra-gelo” em todas as conversas.


Depois de visitar o mercado, ainda em Nyaung U, visitamos a Pagoda Shwe Zi Ido também conhecida como a Pagoda dourada, construída no século XI e alberga também uma reliquia de Buda. Diz a lenda que o rei, não sabendo onde construí-la, fez partir sem destino um elefante branco (considerado sagrado pelos budistas) para que lhe indicasse o local. E no ponto onde o elefante parou foi construída a pagoda.
E percebe-se porque é conhecida como Golden Pagoda…é de facto muito dourada.

Continuamos em direção ao sítio arqueológico de Old Bagan. Win explica-nos que existem 3122 pagodes (ou como ele diz, “the magic number three one two two”) espalhadas por uma área de 42 km². Em 1975, houve um grande terremoto que danificou muitas stupas. Foi feito algum trabalho de restauração mas custava muito dinheiro e os generais que governavam o país tinham outras prioridades. Infelizmente no ano passado (25 Agosto 2016) houve um outro terremoto de magnitude 6,8 que danificou novamente vários templos. De facto vemos muitos templos coberto de andaimes feitos exclusivamente em bambu, também eles uma obra de arte.
Quando o carro entra em Old Bagan tem-se plena consciência que se está a entrar num lugar especial. Onde quer que os olhos alcancem vemos estas pagodas e templos majestosos que brotam no meio de um terreno desértico e de cor ocre. De todos os tamanhos, principalmente em tijolo vermelho, mas também branco e dourado.

Foram erguidas pelos reis, mas também pelas famílias que moravam ali. Para os budistas a construção de uma pagoda é uma maneira de ganhar méritos. A maioria dos templos foram construídos entre o século IX e XIII, quando Bagan foi a capital do reino.
Agora dentro dos muros de Old Bagan não vive praticamente ninguém, a população (não voluntariamente e para preservar o sitio) mudou-se para New Bagan, em 1990. O que é um bocado estranho porque alguns hotéis mantiveram-se dentro das muralhas…. o que acham? Pode ter a ver com dinheiro? Humm…
Vamos ficar 2 dias em Bagan, mas levaria semanas para ver todos os templos, não que seja o meu objetivo, gosto de templos mas não o suficiente para ver 3122! Nós deixamo-nos guiar do nosso guia, para quem decidir fazê-lo sozinho é importante decidir antes que pagodas ver e fazer um mínimo de itinerário para poupar tempo, mas principalmente de energia, porque com o calor que faz andar para a frente e para trás sem destino não é lá muito engraçado

É impossível lembrar-se de todos os nomes dos templos (pelo menos para mim) e associar as diversas histórias e lendas a cada um, mas não estava muito preocupada com isso. No final o que importa é o momento condiviso e as memórias colecionadas (mesmo que um bocadinho confusas) e sentir-se um bocadinho parte da história daquele lugar. E as imagens valem mais que mil palavras.
Gubyaukgyi (Wet-Kyi-Inn)



O Win leva-nos a uma pagoda, no meio do nada (batizada de pagoda sem nome visto que por mais que tente não tenho a mais pálida ideia do nome que o Win pronunciou) onde podemos fazer algumas fotos sem ninguém ao redor. Não há muitas pagodas que se possam escalar porque, por um lado, é perigoso porque não se sabe quanto danificadas estão, por outro lado, o facto de que a escalada as danifica ainda mais. No entanto, não é preciso subir muito alto, a vista é fantástica mesmo da base das pagodas mais pequenas.



Htilominlo Guphaya



Pausa para o almoço no restaurante Golden Myanmar. É frequentado por estrangeiros (geralmente os guia param ali), mas também por locais. Come-se bem, escolhe-se o prato principal e come de costume os acompanhamentos, arroz e sopa são incluídos. Pagámos/0} Ks 10’400 (€ 7).

Eram 13:00 e fazia mesmo muito calor portanto decidimos fazer uma pausa e regressar ao hotel para desfrutar de qualquer hora de relax na piscina; afinal estamos de férias. Uma viagem não deve ser uma corrida contra o tempo para ver tudo, é preciso conceder-se alguns momentos de “dolce fare niente”.
Recomeçamos em torno às 15:30 e o itinerário inclui os templos de Thatbyinyu, Ananda Phaya, Shwe San Daw e Gawdapalin. Todas pagodas em pedra branca excepto Shwe San Dawn.

Ananda Phaya é o templo mais bem mantido de Bagan (aqui controlam o bilhete).Distingue-se dos outros porque suas paredes exteriores foram limpas e parece novo. É espetacular. No interior, há estátuas de Buda de 11 metros de altura. Ao longo de suas paredes encontram-se uma série de nichos com estátuas que contam a história de Buda, como o nr. 23, que representa a mãe de Buda quando sonha o elefante branco (sagradíssimo para os budistas). Sem alguém que nos conte estas histórias e lendas todos os templos são um pouco de anónimos. Por isso aconselho vivamente que arranjem um guia a Bagan.



Como verdadeiros turistas, vamos ver o pôr do sol na Pagoda Shwe San Daw. É onde vão todos, está cheio di autocarros de turismo. Aqui também controlam o bilhete de entrada. Cheio de turistas e vendedores ambulantes vê-se que foi “decorada” para o turismo. A escalada é facilitada pelos corrimãos que, tenho quase a certeza, não são originais na construção 🙂 É pouco espiritual, mas vale a pena pela vista que é fantástica (a única coisa que a estraga é o parque de estacionamento dos autocarros turísticos). São 5 níveis, na altura que fui o quinto piso estava a ser reestruturado e não era acessível mas honestamente podem parar já no terceiro nível, a vista é a mesma com a vantagem que tem menos gente.


O pôr do sol foi um flop, o céu estava nublado e por isso a metade da descida já não se via nada. Mas como todos falavam tão bem do pôr do sol visto desta pagoda e queríamos ter a certeza de não perder uma coisa tão espetacular regressamos no dia seguinte com um céu azul e sem uma nuvem… quer dizer… já vi pores do sol mais espectaculares. Para mim não foi assim muito mágico.


Shwe San Daw merece pela vista, independentemente do pôr do sol, para ver o pôr do sol podem encontrar um lugar mais calmo, por exemplo, o bar do nosso hotel, na margem do rio Ayeryarwady. Qualquer pôr do sol é valorizado com um bom cocktail na mão, não?

Para terminar o dia e visto que era praticamente à entrada do nosso hotel visitamos uma outra pagoda branca, Gawdapalin, muito sugestiva com a iluminação nocturna.

De volta ao hotel, ofereceram-nos o jantar e como estávamos cansados e eu tinha um pouco de febre aproveitamos a oportunidade. Não recomendo, não comi tão bem e, em comparação com restaurantes fora, fica bem mais caro.
Até amanhã, o segundo dia em Bagan , e bons sonhos!
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