Inle Lake – Giorno 6

Mercato di 5 giorni (Minethauk) ♥ Phaung Daw Oo Paya ♥ Orti galleggianti Monastero NgaHpe Kyaung 

Oggi la giornata sarà interamente dedicata al lago Inle. Da portare assolutamente per la gita: protezione solare e un cappello. Un foulard può essere una buona idea per le prime ore della mattina o al rientro perchè può essere un po’ fresco.

A colazione il cameriere ci chiede se abbiamo già una barca (l’abbiamo già),  se non la avessimo avuta ci avrebbe portato da un suo amico che ce l’avrebbe affittata per Ks 20’000/giorno (14€), parlava anche inglese e ci avrebbe portato, a suo dire, nei posti giusti.

Almeno nella bassa stagione non è difficile trovare chi ti porti al lago, basta fare un giro al porto il giorno prima, parlare con alcuni dei barcaioli e decidere per quello che vi sta più simpatico. Non è una guida però, quindi vi accompagnerà ma non vi aspettate grandi delucidazioni, anche perché l’inglese sarà basico. Concordate l’itinerario, prezzo, orario e principalmente il molo (jetty) dove vi imbarcherete…noi avevamo la guida e teoricamente tutto organizzato e il primo giorno siamo riusciti ad andare a un molo mentre la barca ci aspettava in un altro ☺︎

La nostra barca… se viaggia come i VIP !

Se non volete fare il giro di tutti i laboratori artigianali (solitamente tessitura di loto, sigari, fabbri e argenterie) dovete dirlo subito, altrimenti vi portano a far shopping più che a vedere il lago. Noi li abbiamo visitati, se lo dovessi rifare sceglierei solo la tessitura di loto.

Le barche solitamente trasportano 5 persone ma ci sono anche quelle ‘private’ per 2 o 3 persone. Sono lunghe barche a motore (piuttosto rumorose) in legno formato canoa. Quelle per turisti con delle sedie montate sopra, le altre non hanno le sedie, così invece di 5 portano 20 persone… economia di spazio.

Dopo aver chiarito il molo dove prendere la barca, saliamo a bordo della nostra barca privata, con sedie e ombrello per il sole.

Da Nyaung Shew si raggiunge il Lago dopo 4-5km lungo le acque marroni del canale.

Bagnetto rinfrescante!

Appena entrati sul Lago l’acqua cambia colore ed è adesso di un blu verdastro e se guardate dentro vedrete che è pieno di vegetazione: piante e alghe. Ci sono sempre state ma negli anni l’utilizzo massivo di fertilizzanti, sia negli orti galleggianti che negli argini del lago, ne ha potenziato lo sviluppo e comincia ad avere impatti importanti sull’ecosistema del lago.

Lungo tutto il viaggio troverete decine di canoe cariche zeppe di queste piante/alghe, che usano come base per creare gli orti e fertilizzante naturale.

Raccolta alghe

Nel 2015 è stato dichiarato World Network of Biosphere Reserves (WNBR) dall’UNESCO ed integrato nel UNESCO MAB Programme, che ha come obiettivo preservare l’ecosistema educando anche la popolazione in tal senso.

Dopo un po’ troviamo il famoso pescatore Intha. Questo in particolare non pesca niente, è li per farsi fotografare dai turisti nella tipica pose di remata con la gamba…e come veri turisti abbiamo fatto almeno 20 foto da tutte le angolazioni (vi risparmio e ne metto solo una) ☺︎

Pescatore Intha…quello turistico!

Ne abbiamo trovato di più genuini più avanti, che erano effettivamente occupati a pescare e meno preoccupati a fare i fotomodelli. Ed è veramente impressionante come riescono a remare con la gamba e usare le mani per manovrare le reti coniche e tradizionali. A parte la coordinazione di gamba e braccia è necessario essere un vero equilibrista! Altre 50 foto…non resisto!

Pescatore Intha…quello originale!

La nostra prima destinazione è il Mercato di 5 giorni che oggi, giovedì 27 Aprile, si tiene a Minethauk (o Maingthauk). Si chiama Mercato di 5 giorni perché ruota tra 5 posizioni diverse per un periodo di 5 giorni (calendario 2017).

A cammino verso il mercato

Minethauk si può raggiungere anche in bicicletta, a partire di Nyaung Shwe: sono circa 11 km.

In questi mercati vendono un po’ di tutto: frutta, verdura ed anche abbigliamento e medicinali. Più presto arrivate meglio è, così vedrete più varietà di prodotti ma anche più varietà di clienti e venditori.

Mercato a Minethauk
Rientro a casa dopo lo shopping

Dopo l’attività mondana dello shopping è tempo di ‘acculturarsi’. Prossima fermata: Phaung Daw Oo Paya. Il percorso tra i villaggi dei pescatori è molto fotogenico con le sue palafitte colorate.

La Phaung Daw Oo Paya è la pagoda più importante del Lago Inle. L’accesso non si paga ma si paga una camera fee (per fare le foto), Ks 1000 e ti regalano una cartolina.

Phaung Daw Oo Paya

Al suo interno, in un altare centrale, ci sono 5 piccole statue di Buddha, anche se avrete qualche difficoltà a capire che sono Buddha. Infatti a forza di incollare migliaia di fogli d’oro, come segno di venerazione, sono ormai completamente deformate e sembrano dei pupazzetti di neve dorati. Ci sono delle foto che attestano come erano in origine.

Se siete donne fate attenzione perché in tanti tempi, questo incluso, non ci è permesso l’accesso all’altare, quindi se volete attaccare qualche foglio d’oro o fare una foto da vicino dovete chiedere aiuto ad un uomo. Questa cosa non mi è piaciuta, ma è la tradizione e quindi va rispettata.

Una volta all’anno, a fine Settembre/inizio Ottobre, quattro dei cinque Buddha (il quinto rimane nella pagoda) sono portati in pellegrinaggio per i villaggi lungo il lago, su una chiatta dorata a forma di hintha (uccello mitologico), che durante il resto del anno è parcheggiata accanto alla pagoda. E’ il Pagoda Festival, l’evento più importante nel lago, e dura 18 giorni.

Chiatta per il pellegrinaggio in forma di Hintha

Shopping: fatto, cultura fatto … quindi andiamo a pranzo!

Ci fermiamo nel ristorante Eyeful Lake, in Nampan. E’ proprio sul lago ed ha una bella vista, era un giorno pieno di sole e il lago era calmissimo, molto rilassante. Abbiamo speso in due Ks 14’500 (10€).

Attaccato al ristorante c’è un piccolo workshop di sigari. Visitatelo, potrete vedere la velocità con cui le signore creano un sigaro e potrete anche comprarne. Per guadagnare Ks 3000 (2€) devono farne… 3000!

Workshop sigari a Nanpam

Dopo pranzo proseguiamo per In Paw Khone un villaggio pieno di laboratori tessili specializzati in tessitura con filo di loto…io non sapevo nemmeno che si potesse estrarre filo dal gambo del fiore di loto! Ed è ancora più pregiato (quindi molto più caro) della seta. Una sciarpa di loto può arrivare a costare 150€!

La visita al laboratorio tessile Khit Sunn Yin Lotus, Silk and Cotton Hand Weaving Centre è stata molto interessante, un ritorno al passato. Ci sono ancora i telai di una volta ed è affascinante vederli lavorare. E potete anche fare un po’ di shopping (alla fine Inle è un grande shopping mall all’aperto ☺︎).

Laboratorio tessitura di lotus a In Paw Khone

Di nuovo in barca verso gli orti galleggianti. Ci sono dappertutto lungo il lago e formano questi corridoi che sembrano comunque terra, ma sono una amalgama di foglie, alghe e fango. Sopra vengono coltivati gli ortaggi, pomodori in maggioranza, ma ci sono anche altri vegetali.

L’unico problema con gli orti è l’utilizzo smisurato di fertilizzanti, che rovinano l’ecosistema. Al momento la popolazione non è molto sensibile ai problemi ambientali (hanno altri di problemi) quindi è difficile arginare questo fenomeno. Speriamo siano in grado di proteggere questo meraviglioso posto.

Orti galleggianti
Coltivazione di pomodori

Ultima tappa del giorno: Monastero NgaHpe Kyaung, conosciuto anche come monastero dei gatti che saltano (Jumping Cat Monastery), solo che… i gatti ci sono ma non saltano più.

Il sopranome era stato coniato dall’inviato  di una guida turistica, di quelle più famose, perchè caratterizzato dai giovani monaci che addestravano i gatti a saltare attraverso dei cerchi. Però sembra che qualche anno fa qualche turista abbia interpretato questo passatempo come maltrattamento ai gatti (boh) e adesso, per non offendere gli occidentali non lo fanno più (così ci dice Thet,  la nostra guida).

Non mi ha particolarmente impressionata. C’erano i gatti… solo pigri non maltrattati.

Monastero NgaHpe KyaungMonastero NgaHpe Kyaung e i gatti che non saltano più
Dettagli Monastero NgaHpe Kyaung

Sono le 16:00 ed è ora di tornare alla terraferma.

Anche il solo vagare lungo il lago è un’esperienza molto singolare. Interi villaggi costruiti su palafitte, orti che galleggiano, pescatori che remano con la gamba…ha qualcosa di magico.

Magico lago Inle

Stasera vaghiamo per la città e mangiamo al ristorante Evergreen, in centro (Yone Gyi Street), anche questo ristorante è gestito da solo ragazze. Nonostante nel menu fosse scritto Inle barbacue fish era un barbecue un po’ fritto… abbiamo capito che qualunque cosa ci sia scritto una botta di fritto la danno sempre… va bene così. Io ho mangiato il fish curry ed era buono. Totale di Ks 11’300 (8€).

Dopo ci siamo buttati nella movida di Nyaung Shwe! Ok, forse è un po’ esagerato chiamarla movida, era solo l’happy hour del Ostello Bello 🙂 E anche se da molti anni non alloggio in ostelli questo mi è sembrato molto carino.

Happy hour al Ostello Bello…il gin più economico che ho bevuto

Due gin’s dopo, ora della nanna che domani abbiamo Lago Inle, parte 2 (giorno 7).

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