Un’altro giorno a Tokyo
Arriviamo a Tokyo verso le 7:40pm e per la seconda parte della nostra visita scegliamo il Roppongi Hotel S, a Roppongi, quartiere festaiolo e pieno di bars e ristoranti. Che emozione scoprire che c’era un armadio! Non ne vedevo uno da una settimana.
A quell’ora la priorità è la cena. Scegliamo il Butagami, un ristorantino a 5 minuti dall’hotel, dove la specialità è il tonkatsu: la cotoletta di maiale impanata e fritta. Siamo arrivati alle 21:20 e solo dopo aver promesso che saremmo stati veloci a ordinare (il last order era alle 21:30 perché chiude alle 22:00) ci danno un tavolo. Sono (giustamente) fissati con gli orari i giapponesi. Comunque ne è valsa la pena, il posto è accogliente, le cameriere molto simpatiche e il tonkatsu divino.
Confortati da una bella cena facciamo un sopralluogo del quartiere e rientriamo all’hotel.
Tokyo si sveglia con una splendida giornata di sole. La cosa buona dell’essere in vacanza è che tutti i giorni sono festivi. La cosa meno buona è che ci sono quelle cose trascurabile, tipo orari di chiusura, che possono rovinarti qualche piano. Questo è quello che ci è successo in questa soleggiata mattinata di DOMENICA dove eravamo prontissimi a una visita al Mercato Tsukiji, il mercato del pesce. Che ovviamente è chiuso la domenica (e anche i mercoledì)! Maledizione! Pazienza, andremo domani, che problema c’è?
Ma il lunedì successivo non è un lunedì qualunque…è solo il Showa day, parte della Golden week, quindi un giorno festivo e quindi niente mercato! E queste sono le uniche 2 mattine che abbiamo a Tokyo! Ve lo racconterò più tardi come abbiamo risolto il problema ma per adesso ci tocca trovare un piano alternativo.
Scegliamo la zona degli East Gardens del Palazzo Imperiale che di domenica è invasa da joggers e sportivi, con alcune strade chiuse al traffico e qualche manifestazione all’aria aperta.
Ovvio che abbiamo commesso subito una gaffe e quasi causato un incidente diplomatico perché non tutte le zone dei giardini sono “aperte”, su alcune puoi fare anche il picnic su altre neanche appoggiare il piede. Tutto questo segnato da micro cartelli che ovviamente non abbiamo visto e controllato da un giardiniere-guardia agguerrita che ci ha sgridato in giapponese ma è stato abbastanza eloquente.
Non siamo entrati dentro il Palazzo , ci sono delle visite gratuite con guida dalle 10:00 alle 13:30 tranne domenica e lunedì (durano 75 minuti), ma anche se non fosse stata domenica non penso lo avremmo fatto.
Da li prendiamo la metro per Asakusa dove si trova il Tempio Sensōji, uno dei più antichi ed importanti tempi buddhisti di Tokyo. Appena usciti dalla metro l’ambiente non è propriamente spirituale ma più commerciale. La via che porta alla porta Kaminarimon (Thunder Gate), l’entrata principale del tempio, è stracarica di negozi di souvenirs, street food ecc. ed essendo domenica c’era un mare di gente. Anche al tempio c’era tantissima gente ma si riusciva comunque a visitare tranquillamente.
Come da tradizione anch’io ho voluto il mio omikuji. E cosa è? E’ una cartina fortune-telling che prendi scuotendo una scatola di legno fino a quando un piccolo bastone di bambù esce. Questo bastone ha un simbolo (si in giapponese) che corrisponde a un piccolo cassettino, non facile da trovare visto che era tutto in giapponese, dove si trova il foglietto con la tua predizione . Se è di buona fortuna la porti a casa altrimenti la lasci legata a una rastrelliera in modo che la sfortuna rimanga attaccata a dove è legata e non a chi l’ha pescata.

Era quasi ora di pranzo e decidiamo di spostarci un po’ fuori dai punti turistici quindi prendiamo di nuovo la metro per andare a Yanaka, conviene prendere la JR Yamanote line, fermata Nippori.
Yanaka è un quartiere di Tokyo che è rimasto un po’ nel passato, senza grattacieli o grandi centri commerciali e nemmeno grandi attrazioni turistiche. E’ stato risparmiato anche dai bombardamenti della WWII, ci sono molti templi e si è trasferita tanta gente d’arte il che forse ha contribuito a mantenere la sua atmosfera un po’ malinconica.
Yanaka Ginza è una via di circa 200 metri di negozi, ristoranti e bancarelle di street food dove ci siamo diretti. C’era tanta gente anche qui, come è normale che sia in una bellissima domenica di sole, e anche se tutte le cose che vendevano per strada mi sembravano molto fritte e molto buone abbiamo cercato un posto un po’ più tranquillo nei suoi stretti vicoli. Ci siamo decisi per il Tayori, un caffè molto trendy e carino.
E siccome ormai siamo abituati a bere tè a tutte le ore non potevamo non fare qualche acquisto alla Kanekichi-En, una casa di tè con tantissimi tipi di tè. Ti spiegano per bene ogni tipo e come va bollito, come va bevuto… ho capito che ho fatto errori atroci che cercherò di rimediare con le diverse confezioni di tè che ho acquistato!
Un’altra attrazione di Yanaka è il suo cimitero, dicono particolarmente bello durante il periodo della fioritura del ciliegio (sakura).
Non è di sicuro un quartiere turistico ma ogni tanto ci piace scappare dalla folla. Anche perché la nostra prossima tappa è piena di folli: Akihabara. Akihabara è sinonimo di mega negozi di elettronica, manga e anime. Meraviglioso!
Ad Akihabara abbiamo avuto la nostra prima ed ultima esperienza nelle sale di Pachinko. Surreale!
Pachinko è una specie d’incrocio tra una slot machine e un flipper dove fai partire tramite una manopola delle micro palline che devono percorrere una specie di labirinto ed entrare in un buco al centro della macchina. E cosa fa il giocatore? Nulla, tranne che fare partire le paline. Dopodiché guarda…e basta. E perde.
Una sala di pachinko non è un posto sano, il rumore è assordante, il fumo ti fa mancare il respiro e non si vede mai la luce del sole. Questo dove siamo andati consisteva in 8 piani di sala gioco! Otto e tutti pieni! Non sono in grado di capire il fascino del pachinko e dopo 5 minuti (il tempo per provare e perdere ) non riuscivo a sentire i miei propri pensieri ! Visto, fatto, non ci metterò mai più piede.

Passeggiamo per i mega negozi, osserviamo la fauna locale (è la parte migliore), compriamo roba inutile come una lente per il telefono per fare foto a fishball, insomma ci divertiamo.
Ormai sono le cinque e rientriamo a Roppongi per apprezzare il tramonto dallo Sky Deck, all’ultimo piano della Mori Tower (Roppongi Hills). Eravamo già stati all’ osservatorio del Tokyo City Hall nel nostro primo giorno a Tokyo, ma secondo me la vista da qui è più bella, anche perché è all’ aperto. Piccolo consiglio: è freddo lassù , portatevi qualcosa per coprirvi, ho visto gente in micro pantaloncini e top battere i denti per il freddo.
Inoltre c’è anche il Mori Art Museum, museo di arte contemporanea ed architettura, molto interessante. Consigliato.
Il biglietto del museo dà accesso anche all’osservatorio, che ha una bella vista ma è al chiuso , secondo me vale la pena pagare l’extra (sono 500yen, 4€) per andare allo Sky deck.
Per cena rimaniamo sempre a Roppongi. Prenotiamo al Gonpachi che è a due minuti a piedi dal nostro hotel. Se volete proprio andare prenotate altrimenti dovrete aspettare un bel po’ perché è molto turistico.
Il Gonpachi è una izakaya un po’ chiccosa con qualche similitudine con il set di Kill Bill, dove Uma Thurman fa fuori un bel po’ di malviventi. Dicono che Tarantino si è inspirato a questo posto per quella scena nel film, c’è tanto di foto di Quentin abbracciato al proprietario che lo comprova. L’ambiente è bello, l’atmosfera divertente e anche il personale è gentile. Ci hanno dato un posto al bancone, che a me piace, e non abbiamo mangiato male, ma se devo essere totalmente onesta non è wow, è solo ok.
Domattina partiamo per Hakone.
Dove ho dormito
Al nostro rientro a Tokyo cambiamo zona e spostiamoci a Roppongi, al Roppongi Hotel S. Un hotel moderno con una stanza ampia e c’era anche l’armadio! Ottima location.
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